Pagina (788/1253)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      - Siete voi - mi rispose ella - a immaginarvi ch'io non me ne prenda cura! Invece stamattina non ho fatto altro che cercarlo cogli occhi, e se non m'è riescito di scoprirlo, non è mia colpa... Ma non avete voi qui a Milano molti amici veneziani de' quali vi proponete andar in traccia questa sera?... Or bene, uscite dunque e menateli; per mezzo loro saprò qualche cosa. Io mi aggiusterò intanto alla meglio queste vesti di donna che mi avete comperato. Grazie, sapete, amico mio! Vi giuro che ve ne sarò grata eternamente. Ma sopratutto se incontraste Spiro fate il gnorri sul conto mio. Non mi maraviglierei punto ch'egli ci avesse preceduto a Milano. Io le promisi di fare com'ella domandava, ma la pregai dal canto mio di mantenere la sua promessa e di dar contezza di sé ai genitori. Ella me lo promise, ed io n'andai per primo passo alla posta a vedere se ci erano lettere per me e per lei. Ve n'aveano quattro, tre delle quali per me; e due di queste della Pisana. Questa mi dava notizia nell'una di quanto era accaduto dopo la mia fuga; l'altra non recava che lamenti sospiri lagrime per la mia assenza, e smanie di riabbracciarsi presto. Rimasi strabiliato di quanto mi narrava. Sua Eccellenza Navagero aveva mandato fuori di casa sua la cugina contessa; e questa era tornata col figlio, che aveva racquistato il suo posto nella Ragioneria. Il Venchieredo padre avea strepitato assai per la mia fuga; e gridato e tempestato che avrebbe posto il sequestro sopra tutti i miei beni; ma siccome null'altro avea trovato che una grama casuccia, cosí s'era calmato da quella febbre di zelo, ed anche la casa se l'erano dimenticata e la Pisana continuava ad abitarvi.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





Milano Spiro Milano Pisana Eccellenza Navagero Ragioneria Venchieredo Pisana