Pagina (891/1253)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Si fa, e si disfà; e disfacendo non si finisce per nulla ciò che s'era fatto: tuttaltro! Or dunque all'anno che finiva coi martirii repubblicani e colle vittorie dei confederati, ne successe un altro che distrusse a Marengo l'effetto di queste e di quelli, e recò in mano di Bonaparte reduce dall'Egitto le sorti d'Europa. Il Primo Console di trent'anni non era piú il generale di ventisei che dava udienza radendosi la barba: egli andava già maturando fra sé e sé i paragrafi del cerimoniale di corte. Vi chieggo scusa di intromettervi in quest'ultima parte della mia storia col fastoso esordio delle ambizioni consolari, che finiranno poi al solito nel meschino racconto di poche e comuni fanciullaggini. Ma la luce mi attira, e bisogna che la guardi dovessi perderne gli occhi.
      Vi sarete anche accorti che aveva gran fretta di uscire da quel doloroso viluppo delle mie vicende napoletane. Tutte le volte che mi fermo a contemplare quelle tetre ma generose memorie l'anima mia spicca un tal volo che quasi le traversa tutte d'un balzo. Mi paiono racchiuse in un giorno, in un attimo solo, tanto sono diverse dalle altre che le precedettero e le seguirono. Non credo quasi possibile che chi ha sonnecchiato dieci anni della sua vita in una cucina, aspettandosi ogni tanto gridate e scappellotti e guardando grattare il formaggio, abbia poi vissuto un anno pieno di tante e cosí sublimi e svariate sensazioni. Sarei disposto a figurarmi che quello fu il sogno d'un anno ristretto in un minuto. Ad ogni modo Napoli è rimasto per me un certo paese magico e misterioso dove le vicende del mondo non camminano ma galoppano, non s'ingranano ma s'accavalcano, e dove il sole sfrutta in un giorno quello che nelle altre regioni tarda un mese a fiorire.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





Marengo Bonaparte Egitto Europa Primo Console Napoli