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      E tutto starà a darle ad intendere che è brodo di pollo e non di gatto. Mi procurerò una manata di piume e guarderò di spanderla per la casa...
      - Se posso io per le piuma...
      - Grazie, Alessandro; mi sovviene che in camera ne ho pieni i cuscini del letto. Piuttosto, come farai ad impadronirti del gatto d'in sui ginocchi della signora?...
      Lí il bravo colonnello tirò il mento nel collare e se lo sfregolava che pareva lui un gattone in ruzzo di farsi bello.
      - Sí, perdiana, come farai, s'ella è tanto invaghita del suo gatto?
      - Carlino, ho avuto la disgrazia di piacerle piú del gatto; e mi perseguita sempre che è una disperazione.
      - È dunque brutta se ti dà tanto noia?
      - Brutta, caro; spaventevole! Come farebbe un'avara ad esser bella? Mi par di vedere la signora Sandracca con qualche dente di meno.
      Io diedi un guizzo di raccapriccio.
      - Ma sta' pur cheto! non te la farò vedere: terrò tutto il gusto per me e in riguardo tuo e della Contessina rischierei anche di peggio. Ma spero di cavarmela collo spavento. Tutte le mattine ella usa bussare alla mia porta e domandarmi se ho dormito bene, girando il chiavistello come per entrare: ma io fingo di non m'accorger mai di questa voglietta e alla sera ci metto di mezzo tanto di catenaccio. Piuttosto mi dimenticherei di cavarmi gli stivali che di prendere una tal misura di sicurezza. Domani invece me ne dimenticherò a bella posta: la signora entrerà, e nel frattempo la mia ordinanza farà la festa al gatto.
      - Ben immaginato, perbacco: diventerai generale presto con queste maravigliose attitudini.


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Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





Alessandro Sandracca Contessina