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      Le ho risposto dunque: "Volete cosí... Sia! Ma mi lascerete partire perché ho bisogno d'una boccata d'aria libera e di rivedere le nostre campagne." "Va', va' pure, e che il cielo ti benedica, figliuola mia" soggiunse mia madre. Io credo ch'ella si consolò tutta di vedermi in procinto d'andarmene, perché le mie suggestioni non avrebbero piú persuaso Rinaldo a comperarsi ogni tanto o un cappello nuovo o un vestito meno indecente, e cosí a lei sarebbe rimasto qualche zecchino di piú. Andai dunque da un notaio, fu stesa e firmata la scritta di cessione. Ma nel punto di consegnarla a mia madre, non ti figuri mai piú il favore ch'io le chiesi in contraccambio.
      - Cosa mai? Le chiedesti il diritto eventuale all'eredità Navagero, o la cessione de' suoi crediti verso la sostanza di Fratta?
      - Nulla di tutto questo, Carlo. Da un pezzo era pizzicata da una indiscreta curiosità messami in capo, te ne ricordi, da quella pettegola della Faustina. Domandai dunque a mia madre che proprio sinceramente colla mano sul cuore mi confessasse se io non ero figliuola di monsignore di Sant'Andrea!...
      - Eh va' là! Pazzerella!... E cosa ti rispose la Contessa?
      - Mi rispose quello che tu. Mi diede della sguaiata della pazzerella; e non volle dir nulla. Ah, Carlo! de' miei ottomila ducati non ci ho proprio ritratto un bruscolo, nemmeno tanto da cavarmi una curiosità!
      Questo incidente può darvi un'idea non solamente dell'indole e dell'educazione avuta dalla Pisana, ma anche fino ad un certo punto dei costumi veneziani del secolo passato.


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Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





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