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      Perché se cosí non fosse, Carlo, io sarei ben pazzo ad amare chi mi affligge e mi disprezza; ma un'intima coscienza mi assicura che non sono pazzo per nulla, e che il mio giudizio è tanto retto tanto imparziale come può esserlo quello d'altr'uomo al mondo.
      - Ascoltatemi, com'è che non vi udii mai né stupirvi né sdegnarvi per l'incredibile cambiamento della Clara a vostro riguardo? Gli è già un pezzo che voleva chiedervene: ma mi sembra caso anche piú maraviglioso della stessa pertinacia dell'amor vostro.
      - Com'è che non me ne stupii, e non ne ebbi sdegno? È piano il chiarirtelo. La Clara aveva l'anima disposta alle sublimi illusioni; e non poteva maravigliare di vedermela sfuggire per quella via; massime che io svagato da diversi pensieri m'era abbandonato ad una stupida sicurezza. Le donne ci possono fuggire per di sotto; allora è facile racquistarle ed è la disgrazia piú comune, e il pericolo generalmente temuto. Io che mi sentiva certo da quella parte, non pensai all'altra. Guai guai quand'elle ci sfuggono per di sopra!... L'inseguirle è inutile, richiamarle è vano; nessun piacere è piú grande della voluttà dei sacrifizi, nessun ragionamento vince la fede, nessuna pietà le distoglie dalla considerazione assoluta delle cose eterne!... E le donne, vedete, hanno maggior facilità di noi a vivere, direi quasi, oltre la vita. Come medico io ebbi occasione di convincermi che nessun uomo per quanto forte e sventurato uguaglia una misera donnicciuola nell'indifferenza della morte. Sembra ch'esse abbiano piú chiaro di noi il presentimento d'una vita futura.


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Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





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