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      Intanto in mezzo a questi torbidi il danaro si faceva piú raro che mai; e fu allora che il conte Rinaldo mandò un ordine urgente al suo castaldo di Fratta che gli si spedisse qualche soldo ad ogni costo; e il povero contadino si tolse d'impiccio vendendo i materiali che rimanevano del castello e anticipandone al padrone il prezzo. Il Conte con quella sommetta voleva aiutare la fondazione d'un giornale patriottico in non so qual città di terraferma; e cosí anche allora il danaro gli scappò dalle dita, e Clara rimase senza caffè, ed egli con poco pane: ma l'una pregando, l'altro leggendo e fantasticando si difendevano valorosamente contro la fame. Qualche volta io ebbi la cristiana previdenza d'invitarlo a pranzo, ma era tanto svagato che benché sovente avesse nello stomaco l'appetito vecchio d'un paio di giorni, si smemorava dell'ora del pranzo e non veniva che alle frutta. Peraltro rimesse che furono in movimento le mascelle mostravano assai buona memoria del digiuno e una discreta previdenza di non volerlo patire per un buon pezzettino di futuro.
      Questo era il poco bene che poteva operare a vantaggio de' miei cugini, dei fratelli della Pisana; del resto non aveva il coraggio di esibirmi conoscendo la loro permalosa delicatezza; ed anche qualche libbra di caffè di cui l'Aquilina regalava la Clara, la facevano giungere a loro di soppiatto per mezzo della serva. Confesso la verità che negli anni antecedenti quei due stampi singolari mi erano oltremodo antipatici, e durava fatica a sopportarli pensando di qual sangue erano; ma mano a mano che i tempi minacciavano scuri e temporaleschi mi riappaciava con loro, e serbava la mia bile contro la gente che li circondava.


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Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





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