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      Che tutto il genere umano avesse un sol capo per reciderlo: che un silenzio pieno di rovine di tenebre di strage succedesse a quell'accusa nefanda; che io potessi sorgere Nemesi implacabile a cantar l'inno della vendetta e dello sterminio! Ma i numi non ascoltano i voti del superbo; essi versano l'ambrosia nei calici eterni per immortalare gli eroi, e stringono nella destra il fulmine infallace, divorator dei Titani. Una voce divina, che mi parlava in cuore ma non sorgeva certo dal cuore briaco d'ira e d'orgoglio, mi riscosse le intime fibre dell'anima.
      Sí! io fui traditore che conculcai la cervice degli oppressi, e uccisi la fede per mettere in suo luogo lo scherno e il disprezzo! Fui traditore che risi della debolezza degli uomini, anziché piangere con essi e aiutarli a francarsi! Fui lo spione codardo che denunzia delitti immaginari, e viltà sognate, per non vergognar di se stesso dinanzi a coloro ch'egli accusa!... Coraggio! Il capo nella polvere, superbo! Adora quelli stessi che ieri hai vituperato!... Accetta umilmente il vitupero che si paga oggi degli oltraggi ieri sofferti! Vendicati se puoi, imitandoli grandemente!...
      Queste furono le parole che volsi fremendo a me stesso; e mentre tumultuavano sitibondi di sangue i consigli dell'ira, l'umiltà del pentimento volse i miei passi alla fuga. Oh io ti benedico e ti ringrazio, santa divina improvvisa umiltà! Io non dispero piú dell'umanità che sa armarsi di un cosí subito valore contro le proprie passioni. Ti benedico, o soave dolore dell'espiazione, o sublime sacrifizio che mi abbassasti la fronte per risollevare l'animo mio!


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Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





Nemesi Titani