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      mandava la pianura e la superbad'ardue mura Tirinto e le di cupo
      golfo custodi Ermļone ed Asģne.
      Con essi di Trezene e della lietadi pampini Epidauro e d'Eļone
      venģa la squadra; e dopo questa un fierodi giovani drappello che d'Egina
      lasciņ gli scogli e di Masete. A questitre sono i duci, il marzio Dļomede,
      Stčnelo dell'altero Capančo
      diletta prole, e il somigliante a numeEurļalo figliuol di Mecistčo
      Talaionide. Ma del corpo tuttocondottiero supremo č Dļomede.
      E sono ottanta di costor le antenne.
      Ma ben cento son quelle a cui comandail regnatore Agamennóne Atride.
      Sua seguace č la gente che gl'invģala regale Micene e l'opulenta
      Corinto, e quella della ben costruttaCleone e quella che d'Ornee discende,
      e dall'amena Aretirča. Né scarsafu de' suoi Sicļon, seggio primiero
      d'Adrasto. Anco Iperesia, anco l'eccelsaGonoessa e Pellene ed Egio e tutte
      le marittime prode, e tutta intornod'Elice la campagna impoverīrsi
      d'abitatori. E questa truppa č fioredi gagliardi, e la pił di quante allora
      schierārsi in campo. D'arme rilucentiiva il duce vestito, ed esultava
      in suo segreto del vedersi il primofra tanti eroi; e veramente egli era
      il maggior di que' regi, e conduceail maggior nerbo delle forze achive.
      Il concavo di balze incoronatolacedemonio suol Sparta e Brisče,
      e Fari e Messa di colombe altrice,
      e Augģe la lieta e l'amiclča contrada,
      Etila ed Elo al mar giacente e Laa,
      queste tutte spedīr sovra sessantaprore i lor figli; e Menelao li guida
      aļtante guerrier. Disgiunta ei tienedalla fraterna la sua schiera, e forte


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Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483

   





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