Pagina (60/483)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Ella stessa a chiamar quindi la figliacorse di Leda, e la trovò nell'alta
      torre in bel cerchio di dardanie spose.
      Prese il volto e le rughe d'un'anticafilatrice di lane, che sfiorarne
      ad Elena solea di molte e bellenei paterni soggiorni, e sommo amore
      posto le avea. Nella costei sembianzala Dea le scosse la nettarea veste,
      e, Vieni, le dicea, vieni; ti chiamaAlessandro che già negli odorati
      talami stassi, e su i trapunti lettitutto risplende di beltà divina
      in sì gaio vestir, che lo direstiritornarsi non già dalla battaglia,
      ma invïarsi alla danza, o dalla danzariposarsi. Sì disse, e il cor nel seno
      le commosse. Ma quando all'incarnatodel bellissimo collo, e all'amoroso
      petto, e degli occhi al tremolo balenoriconobbe la Dea, coglier sentissi
      di sacro orrore, e ritrovate alfinele parole, sclamò: Trista! e che sono
      queste malizie? Ad alcun'altra forsedi Meonia o di Frigia alta cittade
      vuoi tu condurmi affascinata in bracciod'alcun altro tuo caro? Ed or che vinto
      il suo rival, me d'odio carca a Sparta
      e perdonata Menelao radduce,
      sei tu venuta con novelli inganniad impedirlo? E ché non vai tu stessa
      e goderti quel vile? Obblìa per luil'eterea sede, né calcar più mai
      dell'Olimpo le vie: statti al suo fianco,
      soffri fedele ogni martello, e il covafinché t'alzi all'onor di moglie o ancella;
      ch'io tornar non vo' certo (e fôra indegno)
      a sprimacciar di quel codardo il letto,
      argomento di scherno alle troianespose, e a me stessa d'infinito affanno.
      E irata a lei la Dea: Non irritarmi,
      sciagurata! non far ch'io t'abbandoni


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483

   





Leda Elena Dea Vieni Dea Trista Meonia Frigia Sparta Menelao Olimpo Dea