Pagina (63/483)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      fra le due genti rinnovar si debba,
      od in pace comporle. Ove la pacetutti appaghi gli Dei, stia Troia, e in Argo
      con la consorte Menelao ritorni.
      Strinser, fremendo a questo dir, le labbiaGiuno e Minerva, che vicin sedute
      venìan de' Teucri macchinando il danno.
      Quantunque al padre fieramente iratatacque Minerva e non fiatò. Ma l'ira
      non contenne Giunone, e sì rispose:
      Acerbo Dio, che parli? A far di tantearmate genti accolta, alla ruïna
      di Priamo e de' suoi figli, ho stanchi i mieiimmortali corsieri; e tu pretendi
      frustrar la mia fatica, ed involarmide' miei sudori il frutto? Eh ben t'appaga;
      ma di noi tutti non sperar l'assenso.
      Feroce Diva, replicò sdegnosol'adunator de' nembi, e che ti fêro,
      e Priamo e i Priamìdi, onde tu debbavoler sempre di Troia il giorno estremo?
      La tua rabbia non fia dunque satollase non atterri d'Ilïon le porte,
      e sull'infrante mura non ti bevidel re misero il sangue e de' suoi figli
      e di tutti i Troiani? Or su, fa comepiù ti talenta, onde fra noi sorgente
      d'acerbe risse in avvenir non siaquesto dissidio: ma riponi in petto
      le mie parole. Se desìo me pureprenderà d'atterrar qualche a te cara
      città, non porre a' miei disdegni inciampo,
      e liberi li lascia. A questo pattoTroia io pur t'abbandono, e di mal cuore;
      ché, di quante città contempla in terral'occhio del sole e dell'eteree stelle,
      niuna io m'aggio più cara ed onoratacome il sacro Ilïone e Priamo e tutta
      di Priamo pur la bellicosa gente:
      perocché l'are mie per lor di sacreopìme dapi abbondano mai sempre,
      e di libami e di profumi, onore


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483

   





Troia Argo Menelao Minerva Teucri Minerva Giunone Dio Priamo Diva Priamìdi Troia Ilïon Troiani Ilïone Priamo Priamo