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      di popoli Biante. In prima ei posealla fronte coi carri e coi cavalli
      i cavalieri, e al retroguardo i fanti,
      che molti essendo e valorosi, il valloformavano di guerra. Indi nel mezzo
      i codardi rinchiuse, onde forzarlilor mal grado a pugnar. Ma innanzi a tutto
      porge ricordo ai combattenti equestridi frenar lor cavalli, e non mischiarsi
      confusamente nella folla. - Alcunonon sia, soggiunse, che in suo cor fidando
      e nell'equestre maestrìa, s'attentisolo i Teucri affrontar di schiera uscito:
      né sia chi retroceda; ché cedendosi sgagliarda il soldato. Ognun che sceso
      dal proprio carro l'ostil carro assalga,
      coll'asta bassa investalo, ché megliosì pugnando gli torna. Con quest'arte,
      con questa mente e questo ardir nel pettole città rovesciâr gli antichi eroi.
      Il canuto così mastro di guerrale sue genti animava. In lui fissando
      gli occhi l'Atride, giubilonne, e tostoqueste parole gli drizzò: Buon veglio,
      oh t'avessi tu salde le ginocchiae saldi i polsi come hai saldo il core!
      La ria vecchiezza, che a null'uom perdona,
      ti logora le forze: ah perché d'altroguerrier non grava la crudel le spalle!
      perché de' tuoi begli anni è morto il fiore!
      Ed il gerenio cavalier rispose:
      Atride, al certo bramerei pur ioquelle forze ch'io m'ebbi il dì che morte
      diedi all'illustre Ereutalion. Ma tuttitutto ad un tempo non comparte Giove
      i suoi doni al mortal. Rideami alloragioventude: or mi doma empia vecchiezza.
      Ma qual pur sono mi starò nel mezzode' cavalieri nella pugna, e gli altri
      gioverò di parole e di consiglio,
      ché questo è officio de' provetti.


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Iliade
di Homerus (Omero)
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