Pagina (85/483)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      guerriero Licaon molti ne davaprudenti avvisi, e mi facea precetto
      di guidar sempre mai montato in cocchiole troiane coorti alla battaglia.
      Certo era meglio l'obbedir; ma, folle!
      nol feci, ed ebbi ai corridor riguardo,
      temendo che assueti a largo pastodi pasto non patissero difetto
      in racchiusa città. Lasciàili adunque,
      e pedon venni ad Ilio, ogni fidanzaposta nell'arco, che giovarmi poscia
      dovea sì poco. Saettai con questodue de' primi, l'Atride ed il Tidìde,
      e ferii l'uno e l'altro, e il vivo sanguene trassi io sì, ma n'attizzai più l'ira.
      In mal punto spiccai dunque dal murogli archi ricurvi il dì che al grande Ettore
      compiacendo qua mossi, e de' Troiani
      il comando accettai. Ma se redire,
      se con quest'occhi riveder m'è datola patria, la consorte e la sublime
      mia vasta reggia, mi recida ostileferro la testa, se di propria mano
      non infrango e non getto nell'accesevampe quest'arco inutile compagno.
      E al borïoso il duce Enea: Non dire,
      no, questi spregi. Della pugna il voltocangerà, se ambedue sopra un medesmo
      cocchio raccolti affronterem costui,
      e farem delle nostre armi periglio.
      Monta dunque il mio carro, e de' cavallidi Troe vedi la vaglia, e come in campo
      per ogni lato sappiano velociinseguire e fuggir. Questi (se avvegna
      che il Tonante di nuovo a Dïomede
      dia dell'armi l'onor), questi trarrannosalvi noi pure alla cittade. Or via
      prendi tu questa sferza e queste briglie,
      ch'io de' corsieri, per pugnar, ti cedoil governo; o costui tu stesso affronta,
      ché de' corsieri sarà mia la cura.
      Sì (riprese il figliuol di Licaone)


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483

   





Licaon Ilio Atride Tidìde Ettore Troiani Enea Troe Tonante Dïomede Licaone