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      la regal potestade. Ad esso inoltrecostituiro i Licii un separato
      ed ameno tenér, di tutti il meglio,
      d'alme viti fecondo e d'auree messi,
      ond'egli a suo piacer lo si coltivi.
      Partorì poi la moglie al virtuosoBellerofonte tre figliuoli, Isandro
      e Ippoloco, ed alfin Laodamìa
      che al gran Giove soggiacque, e padre il fecedel bellicoso Sarpedon. Ma quando
      venne in odio agli Dei Bellerofonte,
      solo e consunto da tristezza erravapel campo Aleio l'infelice, e l'orme
      de' viventi fuggìa. Da Marte uccisocadde Isandro co' Sòlimi pugnando;
      Laodamìa perì sotto gli stralidell'irata Diana; e a me la vita
      Ippoloco donò, di cui m'è dolcedirmi disceso. Il padre alle troiane
      mura spedimmi, e generosi spronim'aggiunse di lanciarmi innanzi a tutti
      nelle vie del valore, onde de' mieipadri la stirpe non macchiar, che fûro
      d'Efira e delle licie ampie contradei più famosi. Ecco la schiatta e il sangue
      di che nato mi vanto, o Dïomede.
      Allegrossi di Glauco alle paroleil marzïal Tidìde, e l'asta in terra
      conficcando, all'eroe dolce rispose:
      Un antico paterno ospite mio,
      Glauco, in te riconosco. Enèo, già tempo,
      ne' suoi palagi accolse il valorosoBellerofonte, e lui ben venti interi
      giorni ritenne, e di bei doni entrambisi presentaro. Una purpurea cinta
      Enèo donò, Bellerofonte un nappodi doppio seno e d'ôr, che in serbo io posi
      nel mio partir: ma di Tidèo non possofarmi ricordo, ché bambino io m'era
      quando ei lasciommi per seguire a Tebe
      gli Achei che rotti vi periro. Io dunquesarotti in Argo ed ospite ed amico,
      tu in Licia a me, se nella Licia avvegna


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Iliade
di Homerus (Omero)
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