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      pria del bieco mio fallo! E poiché talee tanto danno statuîr gli Dei,
      stata almeno foss'io consorte ad uomopiù valoroso, e che nel cor più addentro
      i dispregi sentisse e le rampogne.
      Ma di presente a costui manca il fermocarattere dell'alma, e non ho speme
      ch'ei lo s'acquisti in avvenir. M'avvisoquindi che presto pagheranne il fio.
      Ma tu vien oltre, amato Ettorre, e siedisu questo seggio, e il cor stanco ricrea
      dal rio travaglio che per me sostieni,
      per me d'obbrobrio carca, e per la colpadel tuo fratello. Ahi lassa! un duro fato
      Giove n'impose e tal ch'anco ai futuridarem materia di canzon famosa.
      Cortese donna, le rispose Ettorre,
      non rattenermi. Il core, impazïentedi dar soccorso a' miei che me lontano
      richiamano, fa vano il dolce invito.
      Ma tu di cotestui sprona il coraggio,
      onde s'affretti ei pure, e mi raggiungaanzi ch'io m'esca di città. Veloce
      corro intanto a' miei lari a veder l'uopodi mia famiglia, e la diletta moglie
      e il pargoletto mio, non mi sapendose alle lor braccia tornerò più mai,
      o s'oggi è il dì che decretâr gli Eterni
      sotto le destre achee la mia caduta.
      Parte, ciò detto, e giunge in un balenoalla eccelsa magion; ma non vi trova
      la sua dal bianco seno alma consorte;
      ch'ella col caro figlio e coll'ancellain elegante peplo tutta chiusa
      su l'alto della torre era salita:
      e là si stava in pianti ed in sospiri.
      Come deserta Ettòr vide la stanza,
      arrestossi alla soglia, ed all'ancellevòlto il parlar: Porgete il vero, ei disse;
      Andromaca dov'è? Forse alle casedi qualcheduna delle sue congiunte,


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Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483

   





Ettorre Ettorre Eterni Ettòr Porgete