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      né delle guardie abbandonato al sonnoduce alcuno trovâr, ma vigilanti
      tutti ed armati e in compagnia seduti.
      Come i fidi molossi al pecorilefan travagliosa sentinella udendo
      calar dal monte una feroce belvae stormir le boscaglie: un gran tumulto
      s'alza sovr'essa di latrati e gridi,
      e si rompe ogni sonno: così questirotto il dolce sopor su le palpebre,
      notte vegliano amara, ognor del pianoalla parte conversi, ove s'udisse
      nemico calpestìo. Gioinne il veglio,
      e confortolli e disse: Vigilate
      così sempre, o miei figli, e non si lasciniun dal sonno allacciar, onde il Troiano
      di noi non rida. Così detto, il varcopassò del fosso, e lo seguièno i regi
      a consiglio chiamati. A lor s'aggiunsecompagno Merïone, e di Nestorre
      l'inclito figlio, convocati anch'essialla consulta. Valicato il fosso,
      fermârsi in loco dalla strage intatto,
      in quel loco medesmo ove sorgiuntoEttore dalla notte alla crudele
      uccisïone degli Achei fin pose.
      Quivi seduti cominciâr la sommaa parlar delle cose; e in questi detti
      Nestore aperse il parlamento: Amici,
      havvi alcuna tra voi anima arditae in sé sicura, che furtiva ir voglia
      de' fier Troiani al campo, onde qualcunode' nemici vaganti alle trinciere
      far prigioniero? o tanto andar vicino,
      che alcun discorso de' Troiani ascolti,
      e ne scopra il pensier? se sia lor mentequi rimanersi ad assediar le navi,
      o alla città tornarsi, or che domatahan l'achiva possanza? Ei forse tutte
      potrìa raccor tai cose, e ritornarnesalvo ed illeso. D'alta fama al mondo
      farebbe acquisto, e n'otterrìa bel dono.
      Quanti son delle navi i capitani


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Iliade
di Homerus (Omero)
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