Pagina (219/483)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Brillò sul volto della terra il sole,
      e noi Minerva supplicando e Giove
      appiccammo la zuffa. Aspro fu il cozzodelle due genti, ed io primiero uccisi
      (e i corsieri gli tolsi) il bellicosoMulio, gener d'Augìa, del quale in moglie
      la maggior figlia possedea, la biondaAgamède, cui nota era, di quante
      l'almo sen della terra erbe produce,
      la medica virtù. Questo io trafissicoll'asta, e lo distesi, e, dell'ucciso
      salito il cocchio, mi cacciai tra' primi.
      Visto il duce cader de' cavalieriche gli altri tutti di valor vincea,
      si sgomentaro i generosi Elèi,
      e fuggîr d'ogni parte. Io come turbomi serrai loro addosso, e di cinquanta
      carri fei preda, e intorno a ciaschedunomordean la polve dal mio ferro ancisi
      due combattenti. E messi a morte avreigli Attòridi pur anco, i due medesmi
      Molïoni, se fuor della battaglianon li traea, coprendoli di nebbia,
      il gran rege Nettunno. Al nostro ardirealta vittoria allor Giove concesse.
      Perocché per lo campo, tutto sparsodi scudi e di cadaveri, tant'oltre
      gl'inseguimmo uccidendo, e raccogliendole bell'armi nemiche, che spingemmo
      fino ai buprasii solchi i corridori,
      fin all'olenio sasso, ed alla rivad'Alèsio, al luogo che Calon si noma.
      Qui fêr alto per cenno di Minerva
      i vincitori, e qui l'estremo io spensi.
      Da Buprasio frattanto i nostri prodiriconduceano a Pilo i polverosi
      carri, e dar laude si sentìa da tuttia Giove in cielo, ed a Nestorre in terra.
      Tal nelle pugne apparve il valor mio.
      Ma del valor d'Achille il solo Achille
      godrassi, e quando consumati ahi! tuttivedrà gli Achivi, piangerà, ma indarno.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483

   





Minerva Giove Augìa Elèi Attòridi Nettunno Giove Alèsio Calon Minerva Buprasio Pilo Nestorre Achille Achille Achivi