Pagina (256/483)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      cose alfin sente sazietà, del sonno,
      della danza, del canto e dell'amore,
      piacer più cari che la guerra; e maisazi di guerra non saranno i Teucri?
      Tolse l'armi, ciò detto, a quell'estintodi sangue asperse; e come in man rimesse
      l'ebbe dei suoi, di nuovo all'inimicovolse la faccia nelle prime file.
      Fiero l'assalse allor di Pilimène
      il figlio Arpalïon, che il suo dilettopadre alla guerra accompagnò di Troia
      per non mai più redire al patrio lido.
      S'avanzò, fulminò l'asta nel colmodello scudo d'Atride; e senza effetto
      visto il suo colpo, s'arretrò salvandofra' suoi la vita, e d'ogni parte attento
      guatando che nol giunga asta nemica.
      Ed ecco dalla man di Merïone
      una freccia volar che al destro clunecolse il fuggente, e sotto l'osso accanto
      alla vescica penetrò diritto.
      Caduto sul ginocchio egli nel mezzode' cari amici spirando giacea
      steso al suol come verme, e in larga venail sangue sul terren facea ruscello.
      Gli fur dintorno con pietosa curai generosi Paflagoni, e lui
      collocato sul carro alla cittadeconducean dolorando. Iva con essi
      tutto in lagrime il padre, e dell'uccisofiglio nessuna il consolò vendetta.
      Pel morto Arpalïon forte crucciossiParide, che cortese ospite l'ebbe
      fra' Paflagoni un tempo, e dalla coccasfrenò di ferrea punta una saetta.
      Era un certo Euchenòr, dell'indovinoPoliìde figliuol, uom prode e ricco
      e di Corinto abitator, che appienodel reo suo fato istrutto, avea di Troia
      veleggiato alle rive. A lui soventedetto aveva il buon veglio Poliìde
      che d'atro morbo nel paterno tetto,
      o di ferro troiano egli morrebbe


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483

   





Teucri Pilimène Arpalïon Troia Atride Merïone Paflagoni Arpalïon Paflagoni Euchenòr Corinto Troia Poliìde