Pagina (268/483)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      il tuo voler, qual sia. - Dammi, ripresela scaltra Giuno, l'amoroso incanto
      che tutti al dolce tuo poter suggettai mortali e gli Dei. Dell'alma terra
      ai fini estremi a visitar men vadol'antica Teti e l'Oceàn de' numi
      generator, che présami da Rea,
      quando sotto la terra e le profondevoragini del mar di Giove il tuono
      precipitò Saturno, mi nudrirone' lor soggiorni, e m'educâr con molta
      cura ed affetto. A questi io vado, e soloper ricomporne una difficil lite
      ond'ei da molto a gravi sdegni in predae di letto e d'amor stansi divisi.
      Se con parole ad acchetarli arrivoe a rannodarne i cuori, io mi son certa
      che sempre avranmi e veneranda e cara.
      E l'amica del riso Citerèa,
      Non lice, replicò, né dêssi a quellache del tonante Iddio dorme sul petto,
      far di quanto ella vuol niego veruno.
      Disse; e dal seno il ben trapunto e vagocinto si sciolse, in che raccolte e chiuse
      erano tutte le lusinghe. V'erad'amor la voluttà, v'era il desire
      e degli amanti il favellìo segreto,
      quel dolce favellìo ch'anco de' saggiruba la mente. In man gliel pose, e disse:
      Prendi questo mio cinto in che si chiudeogni dolcezza, prendilo, e nel seno
      lo ti nascondi, e tornerai, lo spero,
      tutte ottenute del tuo cor le brame.
      L'alma Giuno sorrise, e di contentolampeggiando i grand'occhi in quel sorriso,
      lo si ripose in seno. Alle paternestanze Ciprigna incamminossi: e Giuno
      frettolosa lasciò l'olimpie cime,
      e la Pïeria sorvolando e i lietiemazii campi, le nevose vette
      varcò de' tracii monti, e non toccavacol piè santo la terra. Indi dell'Ato


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483

   





Giuno Teti Oceàn Rea Giove Saturno Citerèa Iddio Giuno Ciprigna Giuno Pïeria Ato