Pagina (287/483)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Attico duceera Jaso, e figliuol detto venìa
      del Bucolide Sfelo. A Mecistèo
      Polidamante nelle prime filetolse la vita; ad Echïon Polìte,
      ed Agenore a Clònio. A Dëijòco,
      tra quei di fronte in fuga volto, al tergovibra Paride l'asta e lo trafigge.
      Mentre l'armi rapìan questi agli uccisi,
      giù nell'irto di pali orrendo fossoprecipitando i fuggitivi Achei
      d'ogni parte correan, dalla crudelenecessità sospinti, entro il riparo
      della muraglia: ed alto alle sue schieregridava Ettorre di lasciar le spoglie
      sanguinolente, e sul navile a gittopiombar: Qualunque scorgerò ristarsi
      dalle navi lontan, di propria manol'ucciderò, né morto il metteranno
      su la pira i fratei né le sorelle,
      ma innanzi ad Ilio strazieranlo i cani.
      Sì dicendo, sonar fe' su le groppede' cavalli il flagello e li sospinse
      per le file, animando ogni guerriero.
      Dietro al lor duce minacciosi i Teucri
      con immenso clamor drizzaro i cocchi.
      Iva Apollo davanti, e col leggierourto del piede lo ciglion del cupo
      fosso abbattendo il riversò nel mezzo,
      e ad immago di ponte un'ampia stradaspianovvi, e larga come d'asta il tiro,
      quando a far di sue forze esperimentoun lanciator la scaglia. Essi a falangi
      su questa via versavansi, ed Apollo
      sempre alla testa, sollevando in altol'egida orrenda, degli Achivi il muro
      atterrava con quella agevolezzache un fanciullo talor lungo la riva
      del mar per giuoco edifica l'arena,
      e per giuoco co' piedi e colle manipoco poi la rovescia e la rimesce.
      Tale fu, Febo arcier, l'opra in che tantosudâr gli Achivi, dispergesti, e loro


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483

   





Jaso Bucolide Sfelo Mecistèo Echïon Polìte Agenore Clònio Dëijòco Paride Achei Ettorre Ilio Teucri Apollo Apollo Achivi Febo Achivi