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      Commilitoni del Pelėde Achille,
      siate valenti; della vostra possaricordatevi, amici, e combattiamo
      per la gloria di lui, forti campionidel pių forte de' Greci. Il suo fallire
      vegga il superbo Atride, e dell'oltraggiofatto al maggiore degli eroi si penta.
      Sprone alle forze e al cor di ciaschedunofur le parole. Si serrâr, scagliârsi
      sul nemico ad un punto; e si sentivaterribilmente rimbombar le navi
      al gridar degli Achei. Ma come i Teucri
      di Menčzio mirâr l'inclito figlioesso e l'auriga Automedonte al fianco
      folgoranti nell'armi, a tutti il coretremō: le schiere scompigliârsi, ognuna
      nella credenza che il Pelėde avessedeposta l'ira, e l'amistā ripresa.
      Studia ognuno la fuga, ognun procacciala sua salvezza. Allor Patrōclo il primo
      la fulgida vibrō lancia nel mezzodove pių densa intorno all'alta poppa
      del buon Protesilao ferve la calca:
      e Pirecmo ferė, che dalle vasterive dell'Assio e d'Amidone avea
      seco i peonii cavalier condutti.
      Gli mise il colpo alla diritta spalla,
      e quei riverso e gemebondo caddenella polve. Si volse al suo cadere
      il peonio drappello in presta fuga,
      e tutto si sbandō, morto il suo duceprestantissimo in guerra. Repulsati
      i nemici, l'eroe spense le vampe;
      ma il naviglio restō mezz'arso e monco.
      E qui fuggire e sgominarsi i Teucri,
      e gli Achivi inseguirli, e via pe' banchidelle navi cacciarli in gran tumulto.
      Siccome allor che dall'eccelsa vettadi gran monte le nubi atre disgombra
      il balenante Giove, appaion tuttesubitamente le vedette e gli alti
      gioghi e le selve, e immenso s'apre il cielo:


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Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483

   





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