Pagina (341/483)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      di strascinarlo entro le mura, e quellialle concave navi. Ognor più fiera
      sull'estinto sorgea quindi la zuffa,
      tal che Marte dell'armi eccitatorenel vederla e Minerva anche nell'ira
      commendata l'avrìa. Tanta in quel giornodi cavalli e d'eroi Giove diffuse
      sul corpo di Patròclo aspra contesa.
      Né ancor del morto amico al divo Achille
      giunt'era il grido: perocché di moltodalle navi lontana ardea la pugna
      sotto il muro troian; né in suo pensierodi tal danno cadea pure il sospetto.
      Spera egli anzi che dopo aver trascorsofino alle porte, ei torni illeso indietro:
      né ch'ei possa atterrar d'Ilio le murasenza sé né con sé punto s'avvisa,
      ché del contrario l'alma genitricefatto certo l'avea quando in segreto
      a lui di Giove riferìa la mente;
      e il fiero caso occorso, la cadutadel suo diletto amico ora gli tacque.
      In questo d'abbassate aste lucentie di cozzi e di stragi alto trambusto
      su quell'esangue, dalla parte acheagridar s'udìa: Compagni, è perso il nostro
      onor se indietro si ritorna. A tuttis'apra piuttosto qui la terra; è meglio
      ir nell'abisso, che ai Troiani il vantolasciar di trarre in Ilio una tal preda.
      E di rincontro i Troi: Saldi, o fratelli,
      niun s'arretri, per dio! dovesse il fatoqui su l'estinto sterminarci tutti.
      Così d'ambe le parti ognuno infiammail vicino, e combatte. Il suon de' ferri
      pe' deserti dell'aria iva alle stelle.
      D'Achille intanto i corridor, vedutoil loro auriga dall'ettòrea lancia
      nella polve disteso, allontanatidalla pugna piangean. Di Dïorèo
      il forte figlio Automedonte invanoor con presto flagello, ora con blande


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483

   





Marte Minerva Giove Patròclo Achille Ilio Giove Compagni Troiani Ilio Troi Saldi Achille Dïorèo Automedonte