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      d'ammiranda scultura avea ripieni.
      Ivi ei fece la terra, il mare, il cieloe il Sole infaticabile, e la tonda
      Luna, e gli astri diversi onde sfavillaincoronata la celeste volta,
      e le Pleiadi, e l'Iadi, e la stellad'Orïon tempestosa, e la grand'Orsa
      che pur Plaustro si noma. Intorno al poloella si gira ed Orïon riguarda,
      dai lavacri del mar sola divisa.
      Ivi inoltre scolpite avea due bellepopolose città. Vedi nell'una
      conviti e nozze. Delle tede al chiaroper le contrade ne venìan condotte
      dal talamo le spose, e Imene, Imene
      con molti s'intonava inni festivi.
      Menan carole i giovinetti in girodai flauti accompagnate e dalle cetre,
      mentre le donne sulla soglia rittestan la pompa a guardar maravigliose.
      D'altra parte nel fôro una gran turbaconvenir si vedea. Quivi contesa
      era insorta fra due che d'un uccisopiativano la multa. Un la mercede
      già pagata asserìa; l'altro negava.
      Finir davanti a un arbitro la litechiedeano entrambi, e i testimon produrre.
      In due parti diviso era il favoredel popolo fremente, e i banditori
      sedavano il tumulto. In sacro circosedeansi i padri su polite pietre,
      e dalla mano degli araldi presoil suo scettro ciascun, con questo in pugno
      sorgeano, e l'uno dopo l'altro in piedilor sentenza dicean. Doppio talento
      d'auro è nel mezzo da largirsi a quelloche più diritta sua ragion dimostri.
      Era l'altra città dalle fulgentiarmi ristretta di due campi in due
      parer divisi, o di spianar del tuttol'opulento castello, o che di quante
      son là dentro ricchezze in due partitosia l'ammasso. I rinchiusi alla chiamata


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Iliade
di Homerus (Omero)
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