Pagina (383/483)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Giunti del grande adunator de' nembialle stanze, si assisero su tersi
      troni che a Giove con solerte curaVulcano fabbricò. Prese ciascuno
      cheto il suo posto; ma dal mar venutoobbedïente ei pure il re Nettunno,
      tra i maggiori sedendosi, la mentedi Giove interrogò con questi accenti:
      Perché di nuovo, fulminante Iddio,
      chiami i numi a consiglio? Alfin decisade' Troiani vuoi forse e degli Achei
      pronti a zuffa mortal l'ultima sorte?
      Ben vedesti, o Nettunno, il mio pensiero,
      Giove rispose; del chiamarvi è questala cagion: benché presso al fato estremo
      e gli uni e gli altri in cor mi stanno. Assisosu le cime d'Olimpo io qui mi resto
      l'ire mortali a contemplar tranquillo.
      Voi sul campo scendete, e a cui v'aggradade' Teucri e degli Achei recate aita.
      Se pugna Achille ei sol, nol sosterrannonè pur tampoco i Teucri, essi che ieri
      solo al vederlo ne tremaro. Ed oggi,
      che d'ira egli arde per l'amico, io temonon anzi il dì fatal Troia rovini.
      Disse, e di guerra un fier desire accesede' Celesti nel cor, che in due divisi
      nel campo si calâr: verso le naviGiuno e Palla Minerva e coll'accorto
      util Mercurio s'avvïò Nettunno.
      Li seguìa zoppicando, e truci intornogli occhi volgendo di sua forza altero
      Vulcano, ed il sottil stinco di sottogli barcollava. Alla troiana parte
      n'andâr dell'elmo il crollator Gradivo,
      l'intonso Febo colla madre e l'almacacciatrice sorella e Xanto e Venere
      Dea del riso. Finché dalle mortaliturbe i numi fur lungi, orgoglio e festa
      menavano gli Achei, perché comparsodopo lungo riposo era il Pelìde,


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483

   





Giove Nettunno Giove Iddio Troiani Achei Nettunno Olimpo Teucri Achei Achille Teucri Troia Celesti Palla Minerva Mercurio Nettunno Gradivo Febo Xanto Venere Achei Pelìde