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      raggiungete l'Atride, e non soffriterestando addietro, ch'Eta, una giumenta,
      vi sorpassi di corso e disonori.
      Che lentezza s'č questa? ov'č l'anticavostra prestanza? Io lo vi giuro, e il giuro
      s'adempirā; se pigri un premio vileriporterem, negletti, anzi trafitti
      da Nčstore sarete. Or via, volate,
      ch'io di astuzia giovandomi senz'errotrapasserō l'Atride nello stretto.
      Antėloco sė disse, e quei temendole sue minacce rinforzaro il corso;
      ed ecco dopo poco il passo angustodel concavo cammin. V'era una frana
      ove l'acqua invernal, raccolta in copia,
      dirotta avea la strada, e tutto intornoaffondato il terren. Per quella parte
      si drizzava l'Atride, onde il concorsoischivar delle bighe. Ivi si spinse
      Antėloco pur esso; e devïandodalla carriera un cotal poco, e forte
      flagellando i corsier, lo stringe, e tentaprevenirlo. Temettene l'Atride,
      e gridō: Dove vai, pazzo? rattieni,
      Antėloco, i destrier: stretta č la via.
      Aspetta che s'allarghi, e trapassarmipotrai: qui entrambi romperemo i cocchi.
      Antėloco non l'ode, e stimolandopių veemente i corridor, s'avanza.
      Quanto č il tratto d'un disco da robustogiovin scagliato per provar sue forze,
      tanto trascorse la nestōrea biga.
      Iscansossi l'Atride, e volontarioi suoi destrieri rallentō, temendo
      che da quegli altri urtati in quello strettonon gli versino il cocchio, e al suol stramazzino
      essi medesmi nel voler per troppoamor di lode acccelerarsi. Intanto
      dietro al figlio di Nčstore l'Atride
      gridar s'udiva: Antėloco, non avviil pių tristo di te: va pure: a torto
      noi saggio ti tenemmo: ma tu premio


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Iliade
di Homerus (Omero)
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