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      e l'aspra Imbro calò sovra le bruneonde del mare, e il mar sotto le piante
      della Diva muggìa. Quindi s'immersecome ghianda di piombo che a bovino
      corno fidata a disertar giù scendei crudivori pesci; e in cavo speco
      Teti trovò che dalle sue sorellecircondata piagnea la già vicina
      morte del figlio che ne' frigii campiperir lungi dovea dal patrio lido.
      Le parve innanzi all'improvviso, e disse:
      Sorgi, o Teti: il gran padre a sé ti chiama.
      E che vuole da me l'Onnipotente?
      Teti rispose. Afflitta, come sono,
      di mischiarmi arrossisco agl'Immortali.
      Pur vadasi e s'adémpia il suo volere.
      Ciò detto, si coprì l'augusta Diva
      d'un atro vel di che null'altro il nerocolor lugùbre eguaglia, e in via si mise.
      Iva innanzi la presta Iri, e sonoraintorno a lor s'apria l' onda marina.
      Sul lido emerse al ciel volaro: e Giove
      trovâr seduto tra gli accolti Eterni.
      Qui Teti accanto al sommo Iddio s'assise
      (cesso a lei da Minerva il proprio seggio):
      un aureo nappo in man Giuno le posecon dolci accenti di conforto; ed ella
      vôtollo, e il rese grazïosa. Allorail gran padre dicea queste parole:
      Teti, malgrado il tuo dolor (ch'io tuttoben conosco e so quanto il cor t'aggrava),
      tu salisti all'Olimpo, ed io dirottila cagion del chiamarti. È questo il nono
      giorno che in cielo si destò tra i numipel morto Ettòr gran lite e per Achille.
      Voleano i più che l'Argicida il corpon'involasse di furto. Io non v'assento
      e per l'onor d'Achille, e pel rispettoe per l'amor ch'io t'aggio e aver ti voglio
      eternamente. Frettolosa adunquescendi, o Diva, sul campo, e al figlio porta


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Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483

   





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