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      Le assemblee de' mortali e le disperde;
      Reprimeteli, amici, e abbandonate 90
      Me solo in preda al duol che mi trafigge,
      Ove l'ottimo Ulisse, il padre mio,
      Avverso a' prodi Achei, con danni ed onteOppressi gli abbia; e voi pur anco avversi
      Con danni ed onte a opprìmermi accorrete 95
      Eccitando costor. Certo mi fôraUtile più, che voi gli arredi miei,
      Voi consumaste i miei proventi e 'l gregge,
      Ché otterrei presto il debito ristoro.
      Ridomandar per la città a ciascuno 100
      Con gran ressa verrei le mie sostanze,
      Finché rese da voi fóssermi tutte.
      Ora, senza compenso e senza speme,
      Mi avventate nel cor fieri tormenti."
      ß 80 Irato, disse; e via gittò lo scettro, 105
      Mescendo al sospirar dirotto il pianto.
      A quella vista, di pietà fu tóccoIl popol tutto ed i medesmi Proci,
      Taciti, immoti stavano, né alcunoCon detti acerbi saettarlo ardìa. 110
      Antìnoo solo si levò e rispose:
      ß 85 "Audace arringator, giovine imbelle,
      Telèmaco, perché ci oltraggi e un marchioD'infamia tenti imprìmerci nel vólto?
      Carco a' Proci non dar, ma sì alla cara 115
      Madre d'ogni sottile arte maestra.
      Già scorso il terzo, or vòlgesi il quart'anno,
      Che nel petto agli Achei l'animo elude.
      Tutti pasce di speme, a tutti inviaMessi d'amor con tenere impromesse; 120
      Ma in mente altro rivolge. Ed anche questoInganno immaginò. Tela sottile,
      Dismisurata, oprando, a noi sì disse:
      Giovani che impalmar me desiate,
      Poiché Ulisse perì, deh! le mie nozze 125
      Dall'affrettar restàtevi, sin tantoCh'io fornir possa per l'eroe Laerte
      Quest'ammanto funèbre, (e sì non vada


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Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437

   





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