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      Splendido: come si scostò dal bagno, 620
      Parve sembiante a un Dio. Processe e al veglioPastor di genti assìsesi da canto.
      ? 470 Tolte le carni delle terga al fuoco,
      Seggendo, banchettâr: garzoni espertiSursero ministrando in auree tazze 625
      Generoso Lièo. Poiché la bramaDel ber, delle vivande ebbon ripressa:
      ? 475 "Figli miei! - soggiungea Nèstore -, orvìa,
      Sotto il cocchio giungete i ben chiomatiCorsieri e qui traételi, onde ratto 630
      Telèmaco fornisca il suo viaggio."
      ? 477 Tacque. Al paterno cenno obbedienti,
      Immantinente i corridor velociGiunsero sotto il cocchio, in cui di Bacco
      E di Cèrere i doni e l'alme dapi, 635
      Di che nùtronsi i Re, di Giove alunni,
      La dispensiera vigile ponea.
      Primo salì la biga risplendenteTelèmaco; indi al fianco gli si assise
      Pisìstrato, di genti inclito duce. 640
      Chiuse in pugno ei le briglie e con la sferzaI corsieri eccitò, che non restii,
      Nella pianura volâro, lasciandoL'alta città di Pilo. Ambo i corsieri
      Tutto quel giorno fervidi e veloci 645
      Squassâro il giogo che giungéali insieme.
      ? 487 Corcato il Sol, ombràvansi le vie,
      Quando a Fere arrivâro, alla magioneDi Dìocle che Ortìloco produsse,
      Germe del fiume Alfèo, dove l'intera 650
      Notte posâr tranquilli e di Diòcle
      Accettâr indi gli ospitali doni.
      ? 491 Come rosea nel ciel brillò l'aurora,
      Aggiogati i corsier, da' risonantiPortici fuor sospinsero la biga; 655
      Pisìstrato sforzolli e quei, bramosi,
      Volavano. Gli eroi gìan traversandoCampi ove il don di Cèrere biondeggia.
      Tanto fu de' corsier l'impeto e 'l volo,


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Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437

   





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