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      Ciō che in pregio maggior, ciō ch'č pių belloDarti vogl'io: un'urna effigiata 800
      Argento tutta, senonché in su gli orliOro l'adorna: č di Vulcan fattura.
      Fčdimo la mi dič, re di Sidone,
      Quand'io reverso d'Ėlio ebbi ricettoNel suo palagio: or dārlati vogl'io." 805
      d 620 Tal fu l'alterno ragionar de' prenci:
      Del re felice alla magione intantoAccorrevano i servi. Altri conduce
      Pecore pingui, altri Ličo spumanteD'ardire eccitatore; le costor donne 810
      Avvolte il crine d'ondeggianti bende,
      Candido pan recar faceano. In questaGuisa il convito qui si apparecchiava.
      d 625 Ma dell'Ėtaco eroe raccolti i Proci
      Davanti alla magion, prendean diletto 815
      A lanciar dischi ed a vibrar quadrelliSul terso pavimento, ove pur dianzi
      Pompa féan d'insolenza. Ivi in disparteAntėnoo s'era assiso e 'l deiforme
      Eurėmaco, amendue capi de' Proci, 820
      Per natali ambo illustri e per coraggio.
      Ed ecco a loro Noemón Fronide
      S'accosta e move al primo este parole:
      d 632 "Possiam o no saper, Antėnoo, quandoRedir potrā Telčmaco da Pilo? 825
      Ito č colā col legno mio; or mi stringeUopo di quello, ché ne' lati campi
      Tragettar vo' dell'Člide, ove seiE sei possedo giovani cavalle,
      E muli vigorosi ancor non domi; 830
      Qui vo' trarne uno e sottoporlo al giogo."
      d 638 Attoniti l'udîr; ché non a Pilo
      Cittade di Nčleo, ma il credean itoPel gregge a' campi o dal pastor Eumčo.
      d 641 E l'Eupėtide Antėnoo: "Il vér dimmi: 835
      Quando si dipartė? Chi lo seguėa?
      Degl'Itacesi giovani i pių illustri,
      O mercenari e schiavi? E tanto ancoraCostui compiere ardė? Schietto mi narra


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Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437

   





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