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      ? 15 Detto, infiammò gli animi tutti. EmpiêrsiLa vasta piazza ed i sedili a un tratto 20
      Di congregate genti; ognun contemplaAttonito la prole di Laerte;
      Cui sul capo e su gli omeri diffuseDivina grazia l'Atenèa Minerva,
      E di statura e di vigore il crebbe, 25
      Perché grato a' Feaci e venerando,
      Ma terribile un tempo, ei si mostrasseE compiesse i certami, ove chiamato,
      Perigliarsi dovea co' più gagliardi.
      ? 24 Come accolti si fûro e riuniti, 30
      Alcìnoo gli arringò con questi accenti:
      Prìncipi de' Feaci e condottieri,
      Quello che in seno il cor mi parla, udite.
      Questo ignoto stranier ch'errando venneA' tetti miei, né so se dall'Eòe 35
      Genti ovver dall'Espèrie, or ci fa ressaDi ricondurlo alla natìa contrada
      E che fermiamo il suo ritorno implora.
      Siamo or quai fummo, e scòrtisi. A' miei tetti,
      No, non mai capitò straniero alcuno 40
      Che gran pezzo gemendo, ivi aspettasseLa stagion del partir. Dunque, su via,
      Bruno nel vasto mar làncisi un legnoChe ad ogni altro precorra; e de' garzoni
      Cinquanta e due tra il popolo i più destri 45
      Si eleggano. Poiché ne' scarmi avvintiI remi avrete, ite al palagio e tosto
      Mense apprestate splendide, a cui tuttiInterverrete; A' giovani ciò ingiungo.
      Ma voi, prenci scettrati, al mio palagio 50
      Venite, acciò con accoglienze lietePer noi si onori l'ospite, né alcuno
      Mi si rifiuti. Il banditor mi chiamiDemòdoco, il divin vate, cui 'l Nume
      Spira il canto soave, ad allettarci, 55
      Dovunque a poetar l'estro il sospinga."
      ? 46 Detto, precesse. Il seguitâro ad unaGli altri scettrati ed al cantor divino


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Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437

   





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