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      Nol terrà, credo, per ignobil dono."
      ? 406 Detto, la spada in man d'argentee borchiePose d'Ulisse e con parlar veloce:
      ? 408 "Deh! salve, ospite padre, poiché graveParola si proferse, incontinente, 540
      Via sull'ale del turbine se n' voli.
      Così gli Eterni Dèi della tua donnaTi concedan l'aspetto ed il ritorno
      Alla terra natìa, poi che gran tempo,
      Lunge dai cari tuoi, soffri pur tanto!" 545
      ? 412 "E tu pur salve, amato Eurìalo - rattoRispósegli l'eroe -, fauste gli Eterni
      Tutte cose concèdanti, ned uopoStringer ti possa mai di questo brando
      Che a me con detti d'amistà, porgesti." 550
      Tacque e la spada agli omeri sospese.
      ? 417 Già declinava il Sol, quando fûr postiGl'incliti doni al divo Ulisse innanzi,
      Dai banditor portati nella reggia.
      Tolti, li collocâr d'Alcìnoo i figli 555
      All'orrevole lor madre davante.
      Fàttosi guida a' prenci il Re possente,
      Tutti sovr'alti seggi, entrati appena,
      Sedettero ed allor, volta ad Arète,
      La sacra possa del Re Alcìnoo disse: 560
      ? 424 "Deh! porta o donna mia, l'arca più adornaE la più bella, in che stendere un manto
      Nitido ed una tunica ti piaccia.
      Fa' che di bronzo un vaso in sulla fiammaS'imponga a intiepidir limpida linfa, 565
      Acciò, preso che avrà l'ospite il bagno,
      E visto in lungo posti ordine i doni,
      Che qui recârgli de' Feaci i primi,
      Più gradisca il convito e più soaveL'inclito canto gli discenda al core. 570
      Io questa dar gli vo' mia coppa d'oro,
      Miracolo dell'arte, acciò che sempreRipensi a me, quand'ei nel suo palagio,
      Liberà al Fulminante e agli altri Eterni!


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Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437

   





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