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      Attraversato l'Ocèano, un porto 650
      Angusto rinverrai, là 've alte selveSorgon sacre a Prosèrpina, d'eccelsi
      Pioppi e di salci sperditor del frutto;
      A quella riva che d'intorno bagnaL'Ocèan vorticoso, arresta il legno 655
      E di Pluto ne' regni atri penètra.
      Nell'Acheronte là sgorgan Cocìto,
      Ramo di Stige e Periflegetonte;
      Quivi s'alza una rupe ove i due fiumiConfondono le oscure acque sonanti. 660
      Lì giunto o prode, come or io t'ingiungo,
      Scava una fossa che da tutte partiUn cubito si stenda. A quella intorno
      Spargi le libagioni a onor dell'ombre:
      Di latte misto al mèl, di brun Lièo, 665
      Di chiara onda di fonte, e poscia, il tuttoDi bianca cereal polve cospergi.
      Implora inoltre i debili ed inaniCapi dell'ombre e lor prometti, quando
      Reduce t'accorrà la tua magione, 670
      Di percotere lor sterile vacca,
      Il fior delle tue torme, empiendo il rogoD'offerte preziose; e che in disparte
      Cadrà per te ferito un arieteDi nerissimo vello ed il più egregio 675
      Al Teban vate solo. Orato appenaAlla sacra de' Mani inclita schiera,
      Pecora negra ed un maschio agno immola,
      Torcendo lor la fronte in vèr l'oscuro
      Èrebo; ma tu 'l guardo alle correnti 680
      Tien del fiume rivolto e là t'avvia.
      L'alme de' trapassati ivi in gran calcaAccorreranno. Allora a' tuoi comanda,
      Le dal ferro crudel vittime steseNudar de' velli ed ardere, implorando 685
      Il fier Pluto e Prosèrpina tremenda.
      Indi l'acuto acciar tratto dal fianco,
      Siedi, né consentir che le lievi ombreSi appropinquino al sangue, anzi che t'abbia
      Tirèsia ammaestrato. A Te repente 690


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Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437

   





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