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      Allora, manto e tunica e superbeVesti mi porgerai; non io, quantunque
      Ìnope, prima nulla vo'. Ché al pari
      Èmmi nemico delle porte inferne 205
      Colui che a povertà s'arrende e tentaTrar con detti fallaci altri in inganno.
      Giove renda al mio dir testimonianza,
      Sommo tra' Numi ed ottimo, e questa ancoOspital mensa, e dell'esimio Ulisse 210
      Il sacro focolare a cui me n' venni:
      Ciò ch'io annunzio avverrà. Quest'anno istesso,
      Qui Ulisse redirà; verso la fineDi questo mese o dell'altro al principio,
      Porrà il piede in sua reggia. E di chiunque 215
      La consorte gli oltraggia e 'l figlio illustre,
      Fiera e condegna prenderà vendetta."
      ? 165 E tu gli rispondesti o saggio Eumèo:
      Né strenna dar di sì lieta novellaGiammai, veglio, dovrò; né in sua magione 220
      Fia, che il Re più ritorni. Or tu quietoBevi e d'altro ragiónisi, né in mente
      Mi rivoca mai più queste sventure;
      Ché mi si strugge il cor, quand'altri il saggioMio signor mi rammenta. Anco da parte 225
      Lasciamo i giuramenti. Oh! venga ei, comeIo, la Regina e 'l buon veglio Laerte
      E 'l divino Telèmaco bramiamo!
      Or di questo, del Re nobile figlio,
      Dì e notte sempre mi lamento e piango; 230
      Poiché crebber gli Eterni il giovinettoCome pianta gentil, sorgéami speme
      Che da men fra gli umani, unqua non fosseAl caro padre in senno, ed all'aspetto
      Di ammiranda beltà; ma gli distorse 235
      Un nume od un mortal la retta mente:
      Corse ei, del padre a udir novelle a Pilo.
      Ed ecco i Proci fieri al suo ritornoTendono agguati, perché l'alta stirpe
      Del divo Arcèsio, senza onor di nome, 240


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Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437

   





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