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      Di Dulìchio venìan con sei lor serviCinquanta due giovani eletti; Same
      Vénti e quattro avviò prodi; ben vénti,
      Achiva gioventù, mandò Zacinto;
      Ìtaca stessa dodici ne aggiunse 295
      De' più valenti; havvi con lor l'araldoMedónte e un divin vate e due periti
      Scalchi. Se tutti gli affrontiam là dentro,
      Temo che amaro e grave non ti torniTrar da que' tanti oltraggiator vendetta. 300
      Deh! pensa dunque, o padre mio, se troviChi ci porga con pronto animo aìta."
      p 258 "Risponderò; ma tu pon mente e m'odi
      - Ripigliava l'eroe -. Giudica dunque,
      Se Minerva ci basti e 'l suo gran padre, 305
      O se ci fia mestier ch'altri n'aìti."
      p 262 Ed il saggio garzon: "Que' che nomastiProteggitor sono possenti. Stanno
      Lassù nel Ciel, sovr'alte nubi assisi,
      Dominator degli uomini e de' Numi." 310
      p 266 "Sta ben - rispose 'l Re -. Gran tempo lungiNon rimarranno, no, que' Sempiterni
      Nel terribil conflitto, allor che dentroA' tetti miei la gagliardìa di Marte
      Tra i Proci e noi giudicherà. Tu all'alba 315
      Penetra nel palagio e tra la schieraDi que' superbi avvolgiti. Me poscia
      In forma di tapin vecchio mendico,
      Nella città condurrà Eumèo. Se scorgiLà nell'albergo mio fàrmisi oltraggio, 320
      Che il tuo tenero cor tolleri in paceTutti gl'insulti che patir m'è forza.
      E dove per li piè fuor del palagioStrascinàssermi ancora e di percosse
      Alla presenza tua féssermi segno, 325
      Reprimi l'ira. Dal furore insanoA desister gli esorta e con soavi
      Parole adopra di tornarli in calma;
      Ma niun al tuo voler fia che si pieghi,
      Perocché a tutti 'l fatal dì sovrasta.


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Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437

   





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