Pagina (300/437)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Che in lor delizie nùtronsi dai regi."
      ? 311 "Ahi! questo è 'l cane - rispondesti Eumèo -
      D'un eroe che perì quinci lontano.
      Se tal fosse di corpo e tal negli atti,
      Qual già Ulisse il lasciò, mentr'ìva ad Ìlio, 390
      Stupor ti prenderìa, veggendo quantoAgile n'era e forte. Indarno sempre,
      Fiera ch'egli adocchiò fuggir nel cupoDella selva tentò; perocché niuno
      Ormando 'l vinse. Da guai domo, or langue; 395
      D'Ìtaca lunge 'l sir perìagli, e pigre,
      Non prendono di lui cura le ancelle.
      Ché quando del padron l'impero cessa,
      Gli uffizi lor tengono a vile i servi.
      Dimezza la virtù Giove al mortale, 400
      Com'ei dal giorno del servaggio è colto."
      ? 324 Detto, entrò nella reggia, e verso i Proci
      Diritto s'avviò. Come Argo videL'amato sir dopo dieci anni e dieci,
      Al Destin della morte atra soggiacque. 405
      ? 328 Telèmaco primier fu che l'entrataDel pastor avvisò nel regio albergo;
      Ratto d'un cenno a sé 'l chiamò ed ei volseLo sguardo intorno ed un giacente scanno
      Prese ove pria sedea lo scalco, molte 410
      Carni a' Proci partendo. Al desco presso,
      Di contra al giovin lo piantò e si assise;
      Una di dapi porzion l'araldoRecògli e, tolto da un canestro, il pane.
      ? 336 Non guari andò, che Ulisse anco v'entrava 415
      In forma di tapin veglio mendico,
      Avvolto in turpi cenci e sul nodosoBaston sorretto. Assiso in sulla soglia
      Frassìnea della porta, a un cipressinoStipite s'appoggiò, ch'abile mastro 420
      A filo alzava e ripulìa con arte.
      Telèmaco il pastor chiama e 'l pan tutto,
      Preso da un bel canestro, e quante carniCapìangli tra le palme, a dir si prese:


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437

   





Eumèo Ulisse Giove Proci Argo Destin Telèmaco Proci Ulisse