Pagina (340/437)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Desìa che mi diparta, irato a' Proci
      Che l'aver suo divorano. Ma tu,
      Deh! m'odi e questo mio sogno dichiara:
      Vénti là nel cortile oche nell'acqua 685
      Stemprato, il gran pascevano, non senzaQualche diletto io le osservava; ed ecco
      Slanciàtasi dal monte, aquila grande,
      Dal rostro adunco, la cervice a tutteFrange e le spegne; nel cortile in folla 690
      Giacean sparsi gli augei; l'aquila intantoBattea per lo divino etere i vanni.
      Io benché in sogno, piangeva, ululava;
      E le Achee dal bel crin stavan d'attornoA me, che pur mettea miseri lai, 695
      Per l'oche mie che l'aquila m'ancise.
      Ma quella tosto rivolò, si assiseSopra il tetto sporgente ed assumendo
      Umana voce, articolò tai note:
      t 546 "Fa' cor, o figlia del possente Icàrio; 700
      Questo, non vano fantasma di sogno,
      Ma certa è vision di ciò che fia:
      Nell'oche i Proci; in me ch'era pur dianziAquila, or tu ravvisa il tuo consorte
      Che alfin qui giunto, dispietata e turpe 705
      A' Proci tutti avventerà la morte."
      t 551 Posto fine a' suoi detti, il dolce sonnoM'abbandonò. Qua e là per lo cortile
      Vòlto lo sguardo, bezzicar vegg'ioL'oche il grano nel truogolo, qual prima." 710
      t 554 Ed il sagace eroe: "Non vuòlsi, o donna,
      Interpretar diversamente il sogno,
      Poiché 'l medesmo Ulisse ti chiarìoCome s'adempirà. Certo l'eccidio
      Appar de' Proci tutti quanti; alcuno 715
      Cansar la morte non potrà, né 'l Fato."
      t 559 E l'Icàride saggia: "Ospite, i sogniScuri e fallaci son, né già l'evento
      All'impromessa lor sempre risponde.
      A' levi sogni schiùdonsi due porte: 720
      Una è di corno, eburna l'altra: i vani


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437

   





Proci Achee Icàrio Proci Proci Posto Ulisse Proci Fato Icàride