Pagina (373/437)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      E non altrove, mi cred'io, da Ulisse
      E dal suo figlio intrepido riposte."
      ? 142 Detto, montò su per la scala all'altaStanza del Re: dodici targhe prese, 180
      Tante lance e di rame elmi altrettanti,
      Irti d'equine setole, e veloceCorse e li mise in man de' Proci. Ulisse
      Fiaccar sentissi le ginocchia e 'l core,
      Scorgendoli vestir le sue stess'armi 185
      E le lunghe aste palleggiar; ché grave,
      Malagevole assai tenne l'impresa.
      ? 150 Vòlto quindi a Telèmaco: "Per certoDelle fantesche alcuna, o vuoi Melànzio,
      Questo ci suscitò duro conflitto. 190
      Non d'altri, no, tutta la colpa è mia."
      ? 154 "O padre! accagionare altri non vuòlsi!
      Lasciai socchiuso l'uscio e qualche destroEsplorator s'avvantaggiò. Ma vanne,
      O buon Eumèo, ferma la porta e cerca 195
      Se d'un'ancella opra è cotesta, ovvero,
      Come già suspicai, del Doliàde."
      ? 160 Movean tra lor queste parole ed eccoRedir Melànzio alla superna stanza
      Per le bell'armi; Eumèo l'adocchia e ratto, 200
      Ad Ulisse accostatosi dicea:
      ? 164 "O prole di Laerte inclita! riedeQuel perfido di cui già suspicammo.
      Di' francamente: ove a me fatto vengaDi soverchiarlo, uccìderlo degg'io? 205
      O 'l ti trarrò davante, acciò de' moltiMisfatti ch'egli in tua magion commise,
      Alfin qui paghi a Te medesmo il fio?"
      ? 170 E 'l Re sagace: "Io qui col figliuol mioI Proci conterrem, benché animosi. 210
      Voi Melànzio afferrate e gli stringendoMani e piedi sul tergo, nella stanza
      Gettatelo; ben chiusa indi la porta,
      E da voi cinto di tenaci nodi,
      Tiràtel su, lungo un'alta colonna 215


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437

   





Ulisse Proci Vòlto Telèmaco Melànzio Eumèo Doliàde Movean Melànzio Eumèo Ulisse Laerte Proci Melànzio