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      La superba magione; ed ei medesmo 60
      A chiamarti or m'invia. Vien dunque e, dopoAffanni tanti, ambo a letizia il core
      Schiudete: il tuo desir lungo s'adempie.
      Vivo è l'eroe tra i lari suoi, qua trovaTe con il figlio e qua da' nequitosi 65
      Proci tutti alfin trasse aspra vendetta."
      ? 58 "Mia diletta Euriclea! Rattempra i vantiDi trasmodata gioia. Ah! ben sai quanto
      Fôra a ciascun gradito il suo ritorno,
      E sopra tutti a me, del par che al figlio 70
      Procreato da noi; ma ciò che annunzi,
      Vero non è: certo qualcun de' Numi,
      Irato per li tanti e così fieriOltraggi ed opre inique lor, gli uccise.
      Non mai fecer onore a niun mortale, 75
      Malvagio o buon, che a lor venisse: quindi,
      Tristi sendo, perirono. Ma Ulisse
      Perdette lungi dall'Acaica terraLa speme del redir; perdé se stesso."
      ? 69 E la nutrice: "O figlia mia! qual detto 80
      Di bocca ti fuggì? Sta in sua magione,
      Al focolar si asside il tuo consorte:
      E t'ostini a ridir, ch'ei più non torna?
      Ahi! poca fede! Ma più certa provaDar ancora ti vo': la cicatrice 85
      Che il bianco dente d'un cinghial gl'impresse.
      Quando i piè gli lavai, la riconobbi;
      E già un grido mettea per farti accorta,
      Ma quel mastro di tutti accorgimenti,
      M'afferrando la bocca, il mi contese. 90
      Vien dunque ed io per fede mi ti legoE mi commetto a Te: se ti deludo,
      Tu di morte miserrima m'ancidi."
      ? 80 "Cara nutrice! Benché saggia tanto,
      Ti fia duro scrutar de' Sempiterni 95
      Numi l'alto consiglio. TuttavoltaAppo 'l figlio rechiàmci, acciò ch'io vegga
      Stesi i Proci nel sangue e chi gli uccise.


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Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437

   





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