Pagina (12/371)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Questo l'effetto della disunione del partito liberale, e della sventatezza di chi volle incominciare senza avere una probabilità, che gli altri stati italiani potrebbero seguitare il movimento.
      I colonnelli Freddi e Cavana, il primo come capo della generale polizia dello stato e della commissione militare, il secondo come direttore delle spedizioni militari contro le bande, si distinsero sopra ogni altro in favore del dispotismo papale, per crudezza e animo vendicativo.
      Sopravvenne l'inverno: lo stesso sistema in vigore. I liberali proseguivano costanti nel cospirare, e il governo tuttodì arrestava gente: tra i prigionieri fuvvi certo Eusebio Barbetti di Russi; gli si rinvennero alcuni brani di un piano rivoluzionario, spedito a Nicola Fabrizi a Malta, e ch'ei non ebbe campo di abbruciare.
      Erano di mia scrittura e senza alcun nome: stetti in forse di esulare; ma, dopo alcuni giorni di precauzione, ebbi pel meglio di non lasciare il mio paese.
      Intanto tale era l'ardore de' giovani, che non appena alcuni venivano arrestati, altri in loro vece subito sorgevano, pari in audacia e in amor patrio.
      A quei giorni si mostrò un ardire senza esempî, e tale effervescenza popolare durò fino al momento in che spirò Gregorio XVI.
      Ognuno agiva da per sé allo scopo comune di rovesciare il governo; trovavasi il danaro per la rivoluzione dai cittadini stessi, e non si aveva d'uopo di mendicare, con onta nazionale, presso lo straniero. Se si eccettua l'alta aristocrazia, la quale in Italia è generalmente ignorante, amica all'Austria, al papa, o a qualunque straniero, purché dispotico, molti nobili e proprietari piccoli e grandi non si mostravano certamente avari.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Memorie Politiche
di Felice Orsini
pagine 371

   





Freddi Cavana Eusebio Barbetti Russi Nicola Fabrizi Malta Gregorio XVI Italia Austria