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      Non doveva far insorgere le regioni del Garigliano? E da ultimo, non aveva egli a trasportare la sede della rappresentanza nazionale in un punto, dal quale, come da sicura base di operazione, dar principio alla nuova guerra italiana? alla guerra di esterminio? Niente di tutto ciò: racchiuse la difesa a Roma, la quale dovea far prove di eroismo, sì, ma cadere; e quando non vi era più tempo, quando i Francesi stavano per calpestare la città de' Cesari, quando gran parte dei suoi difensori caduti erano per ferro nemico: allora, sì, egli avrebbe voluto uscire coll'assemblea, e portare nelle vicine montagne la fiamma della rivoluzione. Ma e' non era più tempo: forza voleva che si piegasse il collo.
      Ma se questo dimostra la sua inettitudine rivoluzionaria, altro errore massimo, imperdonabile, ei commise quando i Francesi sbarcarono in Civitavecchia.
      Al costoro arrivo egli spedì al comandante Oudinot il ministro degli esteri e il deputato Pescantini, per chiarirsi della volontà del generale; questi, dal canto suo, mandò in Roma il colonnello Le Blanc, acciocché esaminasse le disposizioni della popolazione romana. Il colonnello niun mandato aveva di intertenersi officialmente col governo romano; egli era un particolare, e non altro.
      Mentre adunque il Triumvirato dovea meditare profondamente sugli eventi prossimi, onde determinare un criterio di pace e di guerra; mentre che a tal criterio dovevano concorrere, come elementi necessarî e indispensabili, le risposte dei due inviati al campo francese: Mazzini ricevette invece il colonnello a stretto colloquio; e questi, a proposito della spedizione, lasciò francamente intendere che si voleva ristabilire il papa.


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Memorie Politiche
di Felice Orsini
pagine 371

   





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