Pagina (77/371)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      E questo è l'uomo, da cui spera l'Italia la sua redenzione?
      Quanto a me, dopo i combattimenti di Vicenza e di Treviso, seguitai il battaglione comandato da Zambeccari, di cui ero capitano, che si portò a Venezia. Posti in presidio nel forte di Marghera, mi venne affidato il comando della lunetta n. 12, ove stetti fino alla sortita, che ebbe luogo la notte dal 27 al 28 ottobre 1848.
      In questo fatto d'armi, che finì colla presa di Mestre, ebbi il comando dell'avanguardia dell'ala destra; e dal nostro lato s'incominciò coll'assalto alla baionetta di un dente difeso da due pezzi di artiglieria: lo prendemmo di sbalzo, e su quaranta uomini che l'attaccarono quindici caddero fra morti e feriti. Fra i secondi fu il capitano Giuseppe Fontana, che cadde ai miei fianchi, ed a cui venne amputato il braccio destro.
      Dopo l'uccisione del Rossi e la fuga del papa, il battaglione a cui apparteneva s'ebbe il cambio. Rientrati in Bologna, e proposto a candidato per la Costituente Romana dai collegi elettorali di Bologna e Forlì, fui eletto per questa seconda provincia, ed accettai l'incarico. Nel marzo fui inviato come commissario straordinario a Terracina dal Comitato esecutivo, e nell'aprile colla stessa veste nella provincia di Ancona per ordine del Triumvirato.
      Gli omicidî politici nello Stato Romano avevano origini antiche: gli odî rimontavano alla instituzione dei centurioni e sanfedisti. Sotto il pontificato di Pio IX molte vendette ebbero luogo contro gli ex-centurioni e i satelliti di Gregorio: né il governo poté mettervi un argine.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Memorie Politiche
di Felice Orsini
pagine 371

   





Italia Vicenza Treviso Zambeccari Venezia Marghera Mestre Giuseppe Fontana Rossi Bologna Costituente Romana Bologna Forlì Terracina Comitato Ancona Triumvirato Stato Romano Pio IX Gregorio