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      Questo fatto portò al sommo l'agitazione tra genti non abituate al mare: si dischiodarono in fretta le casse, si caricarono i fucili, e fu tutta una voce: cartucce, capsoli, ecc., come s'avesse il nemico di rincontro.
      Procedevasi di questa guisa, quando, ad un tiro di fucile dalla spiaggia di Valton, una voce levossi dicendo:
      Dove si va?
      Lo sapeterisposi assai maravigliato; "debbono consegnarsi le armi ai giovani che ci attendono colle munizioni."
      Né uomini, né armisoggiunse la stessa voce "sono ivi pronti."
      Come mai?
      diss'io.
      L'ordine di muoverci del Fontana
      rispose l'incognito "non è arrivato; Ricci ha voluto ciò non ostante muoversi, dicendo ch'e' sapeva bene quel ch'ei faceva."
      Quest'è un compromettere l'onore di un uomo, egli è un perdere, il partito stessoripresi concitato. "Ciò non monta," aggiunsi "prendiamo terra, si assalti la prima brigata dei carabinieri, e così andremo avanti."
      Noi non vogliamo fare la morte dei Bandiera
      gridò ad alta voce la stessa persona.
      Al che un'eco generale, e a più riprese, rispose: "No, no, noi non vogliamo fare la morte dei Bandiera!"
      Che fare? Anziché io padrone degli uomini e della direzione dei battelli, da quell'istante lo furono eglino di me: fu impossibile di trarli a terra.
      Dove porre queste armi?
      diss'io.
      Nella punta della Magra
      la voce incognita e i rematori ebbero risposto; "nei nascondigli dei contrabbandieri."
      Così fecesi: volgemmo vela, e a grave stento pervenimmo a tal punto. Nel qual tragitto durai grave fatica, perché non si facesse fuoco alle ombre degli scogli, giacché ad ogni tratto si credeva vedere i guardacoste, armati di fucile, venire all'assalto contro di noi.


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Memorie Politiche
di Felice Orsini
pagine 371

   





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