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      Era troppo forte, il confesso, e al primo giornale non pervenne, perché rattenuto da uno dei nostri; il secondo lo stampò, ma riflettendovi maturamente, nol fece pubblico.
      Nei movimenti insurrezionali egli è ben difficile il poter esigere l'obbedienza, che si ha nei regolari. I soldati non si occupano del da farsi; seguono la voce del comandante: qui sta tutto. Ma, nelle cospirazioni, tutte le passioni umane sono messe in moto. Chi agisce per ambizione, chi per voglia di cambiar fortuna, chi per soddisfare una qualche vendetta, e chi infine per l'amor puro di patria. Ma questi ultimi pur troppo sono il numero minore. Tutti poi vogliono ragionare, far piani, ecc. Per lo che, quegli che si mette al comando di spedizioni, bisogna che lo faccia o per una rara abnegazione in favore della causa, o per buona dose di audacia. Di qui non si fugge. Simiglianti spedizioni hanno in loro stesse il germe della dissoluzione; e per quanto siano state bene meditate, un piccolissimo accidente, la voce sola di un uomo, che tenda a sconfortare i compagni all'atto del pericolo, basta a farla abortire. Il capo non ha in casi tali che la semplice forza morale, ed è difficilissimo di trovare un nucleo di uomini, che ciecamente gli si sottomettano. L'uomo si fa condurre più dal timore che dall'amore; si prendano dunque gli uomini per quel che sono, e non per quel che avrebbero ad essere, e si dismettano i sogni.
      Dove vedonsi grandi fatti operati da masse disorganizzate, egli è l'effetto di rivoluzioni impensate, o maturate da lungo tempo e scoppiate ad una opportunità qualunque.


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Memorie Politiche
di Felice Orsini
pagine 371