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      Sonvi inoltre stabilimenti per bagni e acque minerali, il che è cagione, che da ogni dove traggono forestieri. In questa occasione appunto donne e uomini, vecchi e ragazzi, ricchi e poveri, vanno superbi di ornare il cappello colla rosa dell'Alpi; sicché ognuno aveva il fiore accennato da Mazzini. Questo fatto ci recò subito non lieve imbarazzo. Ed invero, come distinguere il portatore di fiori per vaghezza di ornamento, dall'altro, al segnale di riconoscimento? Come il viaggiatore per diletto, da quello per cospirazione? Come mai l'indifferente, dal cupo cittadino, che col cuor fremente deve affrontare la morte su per le ghiacciaie, di rincontro alle palle austriache? Ma, ripeto, e' fu mestieri acconciarsi al comando dell'ordinatore supremo: e noi tacemmo.
      Il primo uomo che presentossi a Co[nti] col fiore, fu uno di 60 anni: Co[nti] stette in forse d'interrogarlo. Il volle tuttavia richiedere col segno convenuto; n'ebbe in risposta: Ich weiss nichts: era uno Svizzero di sangue germanico. Sopraggiunse un altro, ma questi zoppo, poi un altro. Questo dritto, giovane e robusto; Co[nti] fecegli la domanda, gli venne bruscamente risposto: "Vado pei miei affari". Insomma, per due dì consecutivi egli non fu capace di rinvenire un cospiratore.
      La cosa, come vedesi, volgeva a mal termine, anzi che no. Si seppe infine, che all'albergo di St-Moritz due giovani di aspetto povero e vestiti da accattoni chiedevano a calde istanze di Tito Celsi. Mi fu dato d'incontrarli: erano certi Fumagalli e Rudio, due buoni e ardenti patrioti, facenti parte della spedizione.


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Memorie Politiche
di Felice Orsini
pagine 371

   





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