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      Sino dacché le provincie italiane ricaddero nel 1814 sotto la dipendenza austriaca, il governo lo ridusse a prigioni, racchiudendovi i rei di stato più aggravati, e più gelosi a custodirsi.
      Il castello sorge in alto fra la città e le acque del lago, che la ricingono per ogni verso. È un immenso fabbricato di forma quadrata, di architettura semplice, ma severa, e quale appunto si praticava nelle fabbriche del medio evo. A ciascun angolo vedonsi sorgere quattro torri merlate, la cui altezza ascende a un cinquanta metri incirca dal piano del fossato. Esse sporgono alquanto al di fuori, e formano una specie di bastioni, le cui cortine vengono costituite dal maschio del castello: questo poi è più basso di esse, e la sua altezza sommerà ad un quaranta metri. Tutto all'intorno è recinto da un ampio fossato, largo circa otto metri, e profondo poco più di cinque: la controscarpa non è a pendìo, ma a linea verticale; dicasi altrettanto della scarpa delle cortine. Quando le acque del lago sono abbondevoli, il fossato si fa pieno mediante un condotto, che vedesi nella sua parte destra; gli Austriaci hanno poi mezzo di riempirlo a piacimento. Il prospetto del castello guarda il lago, ed è diviso da questo per mezzo di una strada, che conduce a sinistra alla porta di San Giorgio, e a destra al ponte dello stesso nome. Questo, lungo da più di ottocento metri, è chiuso sulla parte esterna da una testa di ponte militarmente guardata; e quasi nel mezzo evvi un largo ponte levatoio che lo divide in due, rompendone la continuità quando ne cadesse il bisogno.


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Memorie Politiche
di Felice Orsini
pagine 371

   





Austriaci San Giorgio