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      La parte di dietro del castello non è guardata da alcuna sentinella; ed ove si volesse, sarebbe mestieri metterla in un qualche campanile, giacché nel fossato havvi quasi sempre acqua e melma.
      All'estremo del ponte di San Giorgio, ov'è la testa di ponte, havvi un forte presidio; tanto di giorno che di notte; vi sono più sentinelle, che stanno a guardia delle artiglierie e delle fortificazioni avanzate; oltre a ciò alle otto di sera è chiuso, e non si apre che alle cinque del mattino, al momento stesso della porta di San Giorgio.
      Molti battelli si vedono giornalmente nel lago, ma dal cadere del sole sino al mattino, è proibito il muoversi, sotto comminatoria di forti pene. Tuttociò risguarda la sicurezza interna ed esterna del castello.
      Diciamo ora una parola sulla insalubrità dell'aria che vi si respira.
      Le acque stagnanti, che per ogni dove ricingono Mantova, ne rendono l'aria insalubre e quasi pestifera, di modo che nella estate tutti i cittadini agiati se ne partono ben lungi. Se ciò avviene della città, che è assai estesa, pensi il lettore cosa avviene del castello, posto sul limitare stesso del lago, e circondato dovunque da acque. Nelle epoche di gran caldo queste si asciugano; le piante e le canne, che sono nel fondo, si putrefanno insieme ai pesci ed altri animali: le loro esalazioni ammorbano l'aria e penetrano nelle segrete, ove già il prigioniero, privo di aria pura, di mezzo alle immondizie, senza movimento fisico, e cibato pessimamente, cade ben presto malato.
      I poveri detenuti sono i primi ad essere colpiti dalle febbri mantovane, e finiscono o per morire o per perdere del tutto la salute.


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Memorie Politiche
di Felice Orsini
pagine 371

   





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