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      .. sì, spirerò con coraggio, con dignità; ma i nemici mi scherniranno, e tra i miei connazionali, molti... oh! sì, molti, tale è, pur troppo la nostra sorte, diranno che sono morto come un pazzo, come uno stolido.
      Indi cambiava consiglio, e diceva: "Ma che mi cale del giudizio dei moderati, di coloro che non fanno mai nulla pel loro paese? La coscienza non mi rimorde; feci quello che potei: i miei connazionali nulla, nulla hanno a rimproverarmi... Ma dunque non farò più nulla per la libertà d'Italia?... non vedrò più i miei vecchi?.. e i miei bimbi?... Oh!..." A questi pensieri mi gettava sul letto, e meditava angosciato.
      Fattosi sera, le guardie mi fecero una visita fuor dell'ordine.
      Come sta?
      mi chiesero.
      Benerisposi.
      Ha bisogno di nulla?
      Norisposi bruscamente.
      Alle nove e mezza venne Casati, mi guardò, fu gentile, e mi diresse la parola: io appena fiatai.
      La notte fu lunga, eterna, insonne... Alla visita del mattino era alzato, il che sorprese il secondino. Interrogato del perché fossi in piedi, risposi:
      Stamane debbo forse tornare all'esame; ho d'uopo di essere in forza: e il moto mi giova
      .
      Si sente ella male?
      prese a dire la guardia.
      Sento che non istò bene.
      Vuole il medico?
      Fatelo venire.
      Sarà servitarispose: e se ne andò.
      Alle otto incirca il signor Bracciabene comparve. Si toccò il cappello in segno di saluto, e si appressò a me: teneva aperto il libro delle ricette, colla penna pronta per iscrivere, e mi guardava senza fiatare. Gli feci conoscere che ero nel massimo della irritazione, e che avevo d'uopo di un calmante: e lo pregai mi ordinasse dell'acqua di lauro ceraso; così fece.


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Memorie Politiche
di Felice Orsini
pagine 371

   





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