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      Indi si rivolse intorno al movimento di Como, interrogandomi se conosceva il piano, ecc.: risposi del no.
      Queste sue risposte hanno dell'assurdoprese a dire il Sanchez; "ella essendo capo, doveva conoscere tutto il piano."
      Lo lasciai dire, e stetti sempre sul niego, sulle generalità, e non volli nominare persona. Da ultimo e' disse: "Per qual motivo il suo arresto non ha avuto conseguenze?"
      Perché fuggii dai gendarmi.
      Bene, ella fugge da un pericolo, si salva, e dopo un mese si reca in bocca proprio del lupo; qual vita! A Milano l'ostacolo del passaporto, a Venezia la caduta nella laguna(31), sono stati ammonimenti della Provvidenza; ed ella si è mostrata sorda: ora ne sconta il fio.
      A tutto ciò mi tacqui. Come bene si può immaginare, Sanchez rivolse i suoi interrogatorî a mille e mille altre particolarità, che tralascio, perché inutili e di pochissima importanza. L'esame terminò alle quattro pomeridiane incirca.
      Il terzo giorno venni chiamato a un nuovo interrogatorio. L'oggetto di questo fu il mio viaggio in Ungheria: volevasi ch'io avessi una missione politica per quei paesi. Negai tutte le supposizioni che si facevano, e protestai più volte, dicendo:
      Io non sono un delatore
      .
      Alla fine insistendo, su questi propositi, in un modo assai stucchevole, io perdetti la pazienza, e picchiando col pugno sulla tavola gridai:
      Si scriva, che dacché ebbi l'uso della ragione partecipai sino ad oggi a tutte le cospirazioni contro l'Austria; e poi mi si faccia impiccare: così sarà finita
      .
      No, non si riscaldi mica


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Memorie Politiche
di Felice Orsini
pagine 371

   





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