Pagina (254/371)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Il 29 cercai di prendere cibo, bevetti qualche bicchiere di buon vino: acquavite, niente; ne diedi invece ai secondini: studiai di calmarmi, passai in rassegna più volte i nodi dei lenzuoli, e ne appiccai uno ai ferri; quindi montai sulla sedia, mi vi attaccai, e feci la prova a lasciarmi penzolone; misurai bene così le mie forze, e se il lenzuolo resisteva, tutto sarebbe andato a meraviglia: soltanto, invece di discendere rivolto colla fronte al muro, era mestieri che calassi di fianco: in caso contrario, mi sarei malconcio il capo, e rotte le mani; bisognava allora cadere ammazzato; non vi era rimedio.
      Tutto ciò provato, me ne tornai in letto: aveva comperato degli aranci, e pensava valermene per togliermi la solita arsura.
      Alla visita delle nove e mezzo fingeva dormire: usciti i secondini, feci gl'involti ch'erano già mezzo preparati, e calai tutto come la sera antecedente; vi aggiunsi il manoscritto di un romanzo storico, che avea composto, e il Mémorial d'État-Major di Thiébaut, che avea meco.
      Come e' furono alle ferriate dell'archivio, rimasero un po' intricati; feci forza tirando su e giù, e calarono in fondo: ma nello stesso tempo si sfasciarono un po', e il libro e il manoscritto caddero prima che giungessero gl'involti. Fecero molto rumore; tirai innanzi, come se fosse niente; quella sera ero risoluto a tutto. Ciò fatto, chiusi le imposte, riposi la sedia al suo luogo con suvvi i calzoni giornalieri e mi coricai.
      Ero sì calmo e tranquillo, che presi sonno: i dodici rintocchi della mezzanotte del campanone vicino, che suona a martello un uomo pagato dal governo, e incaricato di vegliare da un'alta torre agl'incendi, mi scossero.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Memorie Politiche
di Felice Orsini
pagine 371

   





Mémorial Thiébaut