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      Al di fuori essa è tutto: la sua legge di azione esser debbe basata sulla giustizia, sulla fede nei trattati, sul far rispettare anche colle armi la dignità, la indipendenza, la libertà della propria nazione. Quanto all'interno, dover mischiarsi il meno che può: in sua vece la unità morale aver ad essere onnipotente; la quale viene costituita da comunanza e identità nell'origine, nelle idee, nelle costumanze, nella lingua, nella letteratura, nel genio particolare della nazione(41).
      Quanto alle norme di azione preparativa alla rivoluzione, che deve attuare questi principî, sono:
      1°) d'illuminare le masse popolari, di tenerle preparate per la lotta della libertà europea, di profittare delle libertà del Piemonte ad oggetto di conoscersi, intendersi coi fuorusciti dei varî stati italiani; di spandere nelle vicine contrade dottrine sulla libertà dell'uomo, sulla religione, sul governo dei popoli;
      2°) di fare la rivoluzione morale prima della materiale, non intendendo però di sottomettere la prima come estremo necessario per avere la seconda, perché dov'è dispotismo, riesce impossibile d'insinuare dottrine riformatrici; di proseguire adunque in quella via, sino a che od una guerra d'indipendenza, od una rivoluzione a Parigi, o un evento grande qualunque, possano chiamare con efficacia alla lotta democratica i popoli italiani;
      3°) di non tentare con trenta o cento uomini delle spedizioni in regioni, i cui abitanti non conoscono cosa sia indipendenza e repubblica;
      4°) di combattere unanimi contro lo straniero, sotto anche la bandiera monarchica costituzionale di Sardegna, perché l'indipendenza è il primo gradino per salire alla libertà;


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Memorie Politiche
di Felice Orsini
pagine 371

   





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