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      Per il che in luogo di aderenti trovarono persone fredde e maravigliantisi della imprudenza del Mazzini: rimasero isolati, e perfino si tennero per emissarî inviati dall'Austria. Cị che dico il seppi in Mantova da persone compromesse appunto per questo stolido operare del capo della Giovine Italia: i Bresciani, che furono compromessi, possono far fede delle parole che vengo qui affermando. (N.d.A.)
      (25) Su questo appellativo amo spendere alcune parole. Quando fui con Mazzini, m'ebbi in animo non di servir lui o il suo nome, ma la causa di cui stimava fosse il rappresentante; della cui salute credeva si occupasse per convinzione di avere mezzi, ingegno ed influenza adatti. Come m'accorsi ch'egli non possedeva le qualità richieste all'uomo redentore di una nazione, come cị seppi per propria esperienza, lo lasciai. E quando feci questo, me gli mantenni tuttavia amico; e non cessai di essere mazziniano, per la ragione che non essendolo mai stato, non poteva nemmeno cessare di esserlo. (N.d.A.)
      (26) Le istruzioni, scritte a modo di articoli, venivano ad essere identiche nella sostanza a quelle di Mazzini. Non erano peṛ sottoscritte da niuno. (N.d.A.)
      (27) Dissi questo, onde non far conoscere qual direzione prendevo: in questa nuova missione, se si eccettuano le Istruzioni da me scritte, non tralasciai di pigliare le migliori precauzioni. (N. d. A.)
      (28) Quanto dico di questo tribunale deve formare un concetto di tutti i tribunali politici ed eccezionali; civili o militari, poco importa.


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Memorie Politiche
di Felice Orsini
pagine 371

   





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